lunedì 24 febbraio 2014

Gravità


…penso e credo che ogni essere porti dentro di sé qualcosa di alieno, qualcosa che non rientra nella propria dimensione conosciuta, qualcosa d'inspiegabile: alcuni lo sentono, altri, no…
 
Gravità
…come innocente fanciullo che gioca con pallottoliere di colorate stelle, io novero minuti e ore, e fatale vedo scemare il giorno nell’oscura notte; e quando guardo e miro candido giglio piegarsi al tempo, e sì negletto lasciare immacolata verginità, e sì di tanto fieri alberi or già spogli di smeraldina veste che di natura furon ombrello alla calura, e quando ancor di tanto miro dorate spighe strappate in taglio, e giù in fascio legate a terra fra solchi di umane orme, io di allor rivedo scuri riccioli inanellati in seta, voluttà ricamo di tua fiorita alcova, or già orchidea d’inargentati steli bianchi; così or oggi svolto e stanco, pensoso miro e rimiro alto il cielo, e d’incanto m’abbandono a immensità d’Eterno, sognando irrevocabil tempo e verecondi affetti, quando silente socchiudo gli occhi all’infinita tua Bellezza, oscura e divina Gravità, arcana madre che dolce attrai e culli in seno d’ogni celeste corpo l’armonia, e d’ogni respiro un sol cuore senza età, allorché equitaria falce di Fato primo Quanto, quaggiù su mortale spoglia, per sempre d’umana gravità, d'un sol cuore, silenzierà il mio…

...non sono certo se sia stato Dio a creare l’uomo e non l’uomo a creare un Dio. Ah, Gravità che governi l’universo, se soltanto tu potessi favellare, di certo dissolveresti il dubbio…




… anima del mondo, di poesia ultimo verso, muto sguardo che d’ambascia ti perdi nell'infinito d’un’immensa gravità, nulla sarà più grande del tuo pensiero …

…anima del mondo, candida colomba, prigioniera d’una vita, è tempo di libertà, di profondissima quiete e sovrumani silenzi…


…gravità che hai visto cieli di ogni età, e uomini di ogni tempo, il buio è per sempre, soltanto due occhi a riflettere la tua luce…




…anima del mondo, se hai percepito l’emozione vivere nella quiete dell’universo, se l’hai sentita morire nel frastuono della terra, ora scrivila nel Bello che respira nella gravità dei corpi …




...gravità che sostieni corpi vicini e distanti, che li attrai in fatale scontro, che li unisci  d'unione inseparabile, dimmi, chi sono io e, chi sono loro?...




 
foto dell'astronauta Paolo Nespoli dalla Stazione Spaziale Internazionale

Anima del mondo
Domani sarai polvere
Silente e grigia polvere
La stessa che oggi
Ricopre gli abiti d’una vita
La stessa che ieri
Ha ricoperto infinite parole
La stessa grigia polvere
Che un giorno seppellirà
La voce vissuta d’un cuore
Ultimo istante di tanti respiri
Sonoro attimo che tacito si perde
Nell’immensa culla
D’un’oscura gravità

sì Roy, nell’oscura gravità i tuoi occhi hanno contemplato 
la più bella poesia dell’universo, ora è tempo di morire…
 
                                                      ©Sergio Dellestelle

venerdì 14 febbraio 2014

San Valentino

…amore, non sono queste le nostre parole, di oggi....
 ..."amore, la vita non è soltanto un corto volo del tempo, è un racconto resoconto delle nostre sensazioni, delle nostre percezioni, delle nostre azioni, delle nostre emozioni, delle tante parole dette e non dette, e dei nostri piacevoli e non piacevoli ricordi. È confortevole pensare che possa esistere oggettivamente di per sé. E che la sua naturale esistenza non sia sufficiente, in ogni caso, a spiegare il fatto che essa ci possa cogliere e lasciare in ogni istante. Amami oggi."...

 …io e te noi soli
fra onde umide d’amore
e raggi di sole
appeso è il filo della nostra vita…




 …amore
nel palmo delle mani
gocce d’acqua cristallina
trattienile con cura
non lasciarle cadere…



…amore
se i nostri pensieri
sono baci di lune che creano sogni
lanciamoli in aria
come aquiloni senza filo…

 
…stelle non parlate
sole stai zitto e luna taci
non dite come avete scoperto
la nudità del nostro amore…



 
…dedicato a tutti i cuori che oggi amano e sono amati…


… da una mente che scrive e dalla sua mano che esegue, un sincero abbraccio...




amore
non temere mai di sbagliare
quando è solo sbagliando 
che l’amore insegna
e non è uno sbaglio
l’ultimo bacio di oggi
uguale al primo di ieri
lo stesso bacio
che domani dissolverà
ogni nostro
grande o piccolo errore


 

love
never be afraid to make mistakes
when it is only wronged
that teaches love
and is not a mistake
the last kiss of today
equal to the first of yesterday
the same kiss
that tomorrow will dissolve
each of our
big or small error
                                                                                                    ©Sergio Dellestelle

sabato 8 febbraio 2014

Amadeus (parte seconda)

 Per visualizzare la prima parte cliccare qui
...ne rimasi enormemente sorpreso! Mai altra musica mi aveva fatto altrettanto impressione. È una musica magnifica! Pare quasi incredibile che in una testa così piccola possa celarsi una cosa tanto grande...
              Carlo Teodoro, principe elettore a proposito dell’Idomeneo di Mozart.

..il suo genio immenso lo innalzò al di sopra di tutti i maestri di tutte le arti e di tutti i secoli... 
Richard Wagner

...o tu, luminoso maestro, limpido come il cristallo, eppure eternamente imperscrutabile!...
L.v Beethoven

...ho sempre avuto una certa fiducia nell’opera, e sperato che da essa possa svilupparsi una forma d’arte più nobile, come delle antiche feste bacchiche la tragedia. Nell’opera, infatti, si abbandona veramente la servile imitazione della natura; e per questa via, se pur soltanto sotto il nome di “indulgenza”, dovrebbe potersi insinuare nel teatro “l’Ideale”. Grazie alla potenza della musica e degli stimoli sensoriali del suono, l’opera predispone assai meglio lo spirito alla ricettività. Anche al phatos è consentita una più libera estrinsecazione perché c’è la musica che lo accompagna. E il “meraviglioso”, che qui è tollerato, dovrebbe necessariamente rendere più indifferenti all’argomrento...
Schiller a Goethe, Jena 29 dicembre 1797

...le speranze da Voi riposte nell’opera avreste potuto recentemente vederle realizzate in alto grado nel Don Giovanni. Ma purtroppo anche questo rimane un caso isolato; e con la morte di Mozart sono sfumate tutte le speranze che mai più si ripeta qualcosa di simile...

Goethe a Schiller, Weimar, 30 dicembre 1797



...giunto a Parigi, ritrova J.C.Bach (figlio del grande Johann Sebastian) conosciuto durante il soggiorno a Londra. Tiene rapporti poco proficui col barone F.M. Grimm, letterato e grande sostenitore della musica operistica italiana. Questi condivide inizialmente con il giovane Wolfang ottimi rapporti, proteggendolo e consigliandolo verso la borghesia parigina ed aiutandolo anche in situazioni di sconforto come ad esempio durante la malattia, seguita dalla precoce morte della madre (16-VII-1778). Ma Mozart è una presenza troppo scomoda e non solo dal punto di vista artistico, tanto da indurre lo stesso barone a sollecitare il compositore a lasciare Parigi alla volta di Strasburgo finanziandogli parzialmente le spese. Affranto, desolato e solo, Mozart parte alla volta di Mannheim con l’intento di rivedere i Weber, ma l’amata Aloysia, - che non lo corrisponde -  si trova a Monaco dove ha ottenuto un ottimo contratto come cantante. Con infinita tristezza non gli resta che rientrare a Salisburgo, ove gli viene concesso dall’arcivescovo un posto come organista. In questo periodo produce molta musica da camera, sacra e sinfonica, senza ottenere entusiastici consensi. La grande occasione si presenta alla fine del 1800 con la rappresentazione dell’Idomeneo a Monaco, eseguito da comparse e cantanti di primo ordine. Il successo lo induce a recarsi a Vienna con l’intento di vivere da artista indipendente, ma il suo comportamento ribelle indispettisce a tal punto l’arcivescovo e alcuni funzionari di corte che il figlio del ciambellano Karl Arco, invece di accogliere le dimissioni del compositore, lo prende addirittura a calci.
A Vienna, nel 1782 trova ancora i Weber e, nonostante il parere contrario del padre Leopold, sposa a sorpresa la sorella di Aloysia, la civettuola e leggera Kostance, alla quale si legherà di profondo affetto sentimentale. Il nuovo contesto famigliare lo costringe a un lavoro più intenso. Si mette quindi in contatto con C.W. Gluck (Erasbach-2-7-1714;Vienna, 15-11-1787) noto compositore riconosciuto soprattutto come operista e principale iniziatore del cosiddetto periodo storico musicale che va sotto il nome di Classicismo viennese. Attraverso nuove e radicali opere come Orfeo ed Euridice (1762) ed Alceste (1767) dà nuovo slancio all'opera seria da tempo in declino, semplificandone la trama e cercando un sostanziale equilibrio tra musica e canto.
Le sue riforme in ambito operistico ebbero grande fortuna influenzando notevolmente molti compositori tra i quali: Mozart, Salieri, Cherubini, Berlioz e Wagner.
Oltre al noto e stimato Gluck, Mozart collabora con il suo prediletto maestro Haydn, con il librettista Da Ponte e con il mediocre teatrante di periferia E.Schikaneder; organizza accademie a sue spese, sempre davanti a un pubblico della buona borghesia viennese; fa stampare parecchi lavori, impartisce lezioni di pianoforte e composizione e ottiene un enorme successo con l’opera Il Ratto del Serraglio (luglio 1782). I proventi tuttavia non sono sufficienti a fronteggiare una situazione economica troppo incerta. Le mani del genio non sono sempre oculate nella gestione del denaro, anzi, tutt’altro. Il carattere e il temperamento sono piuttosto inclini alle frivolezze, al divertimento, allo scherzo, al vivere fuori dagli schemi. E quando le tasche glielo permettono si lascia andare al suo vero modo di essere. Ma le tasche spesso restano sempre vuote. Pure i diritti d’autore delle opere teatrali sono modesti, dal momento che egli viene retribuito soltanto per la composizione. Tutto ciò però cambia quando si trova difronte ai pentagrammi musicali da riempire. In questi momenti realtà e dimensione prendono una vita che soltanto lui conosce, la sola compagnia possibile diventa la sua musa ispiratrice e il genio musicale fiorisce come per magia. Nessun rumore, nessuna interferenza esterna, nessun stridulo suono penetrano la sua mente. Soltanto melodie e armonie prendono forma nella massima perfezione al suo udito interiore.
Nel 1786 scrive quello che politicamente non è ben accettato a Vienna, Le Nozze di Figaro, e l’anno successivo Il Don Giovanni, che riscuotono un enorme successo a Praga. In questo periodo di fertilità compositiva, gli editori acquistano le partiture a prezzi irrisori e Wolfgang contrae debiti su debiti, specialmente con i compagni di loggia massonica, quali il generoso Puchberg e Hofdemel.
Nel 1787 gli muore il padre e nello stesso anno ottiene dall’imperatore la nomina a compositore di corte, sostituendo lo stimato Gluck, con la retribuzione di 800 fiorini l’anno, meno della metà di quello che percepiva il suo predecessore, ma comunque senza obblighi precisi. Nel 1890 riceve l’incarico di scrivere Così fan tutte. Frattanto muore l’imperatore Giuseppe II, al quale succede Leopoldo II, e Mozart che ha scritto per la cerimonia dell’incoronazione a Praga La Clemenza di Tito (settembre 1791), spera di poter essere nominato secondo maestro di cappella a corte (il primo è ancora il maestro Salieri), ma il nuovo monarca è indifferente alla musica e sua moglie Maria Giuseppa di Baviera, giudica l’opera “una porcheria tedesca”; inoltre a corte circolano gravi accuse sulla condotta morale e sulla cattiva amministrazione domestica dell’aspirante maestro di cappella. Con queste prospettive poco edificanti, Mozart accetta dopo lunga insistenza da parte di Schikaneder di comporre Il Flauto Magico (settembre 1791) e una parte del Requiem rimasto incompiuto e terminato dal suo primo allievo nonché amico F.Süsmayr, dietro i vari consigli del genio.
Alla sua morte non lascia che 200 fiorini in contanti, pochissimi mobili di scarso prezzo, qualche strumento musicale e una biblioteca valutata appena una ventina di fiorini.
Sepolto in fretta la sua salma viene dispersa in una fossa comune. Lascia due figli (altri quattro muoiono in tenera età): Karl Thomas (1784-1858), buon pianista ma non musicista di professione e Franz Xaver Wolfgang (1791-1844), direttore d’orchestra, compositore e pianista.
Dopo questi cenni biografici che riguardano una delle maggiori personalità della storia umana, risulta chiaramente il contrasto di un’esistenza divisa fra uno splendido esordio – cui si aggiungono altri momenti di successo – e una tragica conclusione, dominata dal vuoto interiore e dal freddo della solitudine, come ebbe a scrivere alla moglie pochi mesi prima della morte. E se la parte felice e luminosa di questa vita può essere simboleggiata dall’immagine di un bimbo paffuto, coccolato dalle dame e snellito da una sfavillante rendigote, i periodi più dolorosi sono drammaticamente riassunti dagli ultimi ritratti, dove si riconosce un uomo maturato troppo in fretta, e da una illustrazione in bianco e nero tramandata fino a noi, dove nei termini più squallidi viene raffigurato il funerale del maestro, in un’alba grigia e piovosa, accompagnato soltanto da un cane randagio.
In un significato più esteso e profondo, questa duplice rappresentazione del destino di Mozart, può riferirsi anche al suo messaggio artistico che nasconde, sotto la distinzione di un equilibrio formale, un’immensa tensione individuale pagata in silenzio al servizio di una maggiore fratellanza umana ed espressa con numerose testimonianze di una sottile, acutissima critica di costume. Al rispetto delle convenzioni e tradizioni aristocratiche, religiose quanto galanti, corrispondono in lui una responsabilità e un dinamismo interiore da farlo considerare da alcuni, quale anticipatore consapevole di fermenti preromantici, mentre per altri egli resta ineguagliabile conclusione di un secolo raffinato e intelligente, riguardoso delle regole e dei canoni. Accettando ambedue le tesi, Mozart deriva proprio da un costante confronto con i vari clichés musicali e morali del suo tempo, quella serena, tenerissima, infrangibile bellezza, che in modo tanto enigmatico si accompagna al febbrile, malizioso correttivo di una vibrazione definita ‘demoniaca’. Grazie all’impiego armonioso di esse, il genio austriaco – vero monstrum tutto musica – supera ogni difficoltà compositiva, attraverso una produzione vastissima, scaturita sotto la pressione del bisogno, delle richieste e anche per stimolo improvviso di vocazioni interiori. Oggi si afferma che egli agì con la rapidità di un uomo dei tempi nuovi eppure, si direbbe eternamente fanciullo, astratto da ogni implicazione culturale che non fosse la voce del suono, totalmente estroverso e allo stesso modo capace di stupefacenti esplorazioni nei diversi strati della psicologia e del pensiero. Conoscitore impareggiabile dell’animo umano, beffardo indagatore dei vizi, nostalgico del bel mondo, facile a passare dal più intenso dolore alla maggiore gioia, devoto cantore degli affetti e dei simboli religiosi, sia cattolici che massonici. Mozart mantiene tuttora, come individualità, una statura affascinante, al vertice della considerazione moderna. Come musicista sintetizzò ogni scoperta precedente, portando a maturo sviluppo tutti i generi musicali e lasciando dietro di sé pochi riscontri, in un compiuto intreccio di sensibilità non solo nordica e latina, ma universale. Mozart Wolfgang Amadeus, è stato il più prolifico compositore di tutti i tempi della storia musicale, pur considerando la sua breve esistenza, tanto che per ordinare il suo patrimonio lasciatoci, si rese necessaria, nel 1862, la pubblicazione di un catalogo – poi aggiornato e riveduto – che prese il nome del suo compilatore, L.von Köckel, contrassegnando le varie composizioni con la caratteristica ‘K’ seguita da un numero. Non cito tutte le opere catalogate per motivi di spazio, lascio a voi immaginare la quantità. Inoltre mi scuso con gli appassionati per la breve sintesi sulla vita del genio da me riportata, ma le tante biografie e notizie presenti oggi riguardanti Mozart, a volte anche discordanti su varie argomentazioni, hanno reso alquanto difficile questo lavoro, che certamente non rende giustizia a un uomo irripetibile per grandezza e genialità.

 
...La regina della notte, (der Hölle Rache Kocten in meinem Herzen) dal Flauto Magico; l'opera teatrale rappresentata pochi mesi prima del decesso del Genio alla periferia di Salisburgo sotto la direzione di E. Schikaneder, ottenne un grande successo prima a livello popolare poi presso i cosiddetti benpensanti della borghesia. Il vocalizzo scritto per la Regina della notte destò grande sorpresa ed effetto agli esperti di musica per la durata vocale e per la difficoltà di esecuzione: un canto che si dispiega s'una estensione di note ascendenti e discendenti mai azzardate prima, e neppure dopo, fino ai nostri giorni...

                                                                                                                                          ©Sergio Dellestelle
Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.