...ne rimasi enormemente
sorpreso! Mai altra musica mi aveva fatto altrettanto impressione. È
una musica magnifica! Pare quasi incredibile che in una testa così
piccola possa celarsi una cosa tanto grande...
Carlo Teodoro, principe elettore a proposito dell’Idomeneo
di Mozart.
..il suo genio immenso lo
innalzò al di sopra di tutti i maestri di tutte le arti e di tutti i
secoli...
Richard Wagner
...o tu, luminoso maestro,
limpido come il cristallo, eppure eternamente imperscrutabile!...
L.v Beethoven
...ho sempre avuto una
certa fiducia nell’opera, e sperato che da essa possa svilupparsi
una forma d’arte più nobile, come delle antiche feste bacchiche la
tragedia. Nell’opera, infatti, si abbandona veramente la servile
imitazione della natura; e per questa via, se pur soltanto sotto il
nome di “indulgenza”, dovrebbe potersi insinuare nel teatro
“l’Ideale”. Grazie alla potenza della musica e degli stimoli
sensoriali del suono, l’opera predispone assai meglio lo spirito
alla ricettività. Anche al phatos è consentita una più libera
estrinsecazione perché c’è la musica che lo accompagna. E il
“meraviglioso”, che qui è tollerato, dovrebbe necessariamente
rendere più indifferenti all’argomrento...
Schiller a Goethe,
Jena 29 dicembre 1797
...le speranze da Voi
riposte nell’opera avreste potuto recentemente vederle realizzate
in alto grado nel Don Giovanni. Ma purtroppo anche questo rimane un
caso isolato; e con la morte di Mozart sono sfumate tutte le speranze
che mai più si ripeta qualcosa di simile...
Goethe a Schiller, Weimar,
30 dicembre 1797
...giunto a Parigi, ritrova J.C.Bach
(figlio del grande Johann Sebastian) conosciuto durante il soggiorno
a Londra. Tiene rapporti poco proficui col barone F.M. Grimm,
letterato e grande sostenitore della musica operistica italiana.
Questi condivide inizialmente con il giovane Wolfang ottimi
rapporti, proteggendolo e consigliandolo verso la borghesia parigina
ed aiutandolo anche in situazioni di sconforto come ad esempio
durante la malattia, seguita dalla precoce morte della madre
(16-VII-1778). Ma Mozart è una presenza troppo scomoda e non solo
dal punto di vista artistico, tanto da indurre lo stesso barone a
sollecitare il compositore a lasciare Parigi alla volta
di Strasburgo finanziandogli parzialmente le spese.
Affranto, desolato e solo, Mozart parte alla volta di Mannheim con l’intento di rivedere i Weber, ma l’amata Aloysia, - che non lo corrisponde - si trova a Monaco dove ha ottenuto un ottimo contratto come
cantante. Con infinita tristezza non gli resta che rientrare a
Salisburgo, ove gli viene concesso dall’arcivescovo un posto come
organista. In questo periodo produce molta musica da camera, sacra e
sinfonica, senza ottenere entusiastici consensi. La grande occasione
si presenta alla fine del 1800 con la rappresentazione dell’Idomeneo
a Monaco, eseguito da comparse e cantanti di primo ordine. Il
successo lo induce a recarsi a Vienna con l’intento di vivere da
artista indipendente, ma il suo comportamento ribelle indispettisce a
tal punto l’arcivescovo e alcuni funzionari di corte che il figlio
del ciambellano Karl Arco, invece di accogliere le dimissioni
del compositore, lo prende addirittura a calci.
A Vienna, nel 1782 trova ancora i Weber
e, nonostante il parere contrario del padre Leopold, sposa a sorpresa
la sorella di Aloysia, la civettuola e leggera Kostance, alla quale si legherà di profondo affetto sentimentale. Il nuovo contesto famigliare lo costringe a un lavoro più intenso.
Si mette quindi in contatto con C.W.
Gluck (Erasbach-2-7-1714;Vienna, 15-11-1787) noto
compositore riconosciuto soprattutto come operista e principale
iniziatore del cosiddetto periodo storico musicale che va sotto il
nome di Classicismo viennese. Attraverso nuove e radicali opere
come Orfeo ed
Euridice (1762) ed Alceste (1767) dà nuovo
slancio all'opera seria da tempo in declino, semplificandone la
trama e cercando un sostanziale equilibrio tra musica e canto.
Le sue
riforme in ambito operistico ebbero grande fortuna influenzando
notevolmente molti compositori tra i quali: Mozart, Salieri, Cherubini, Berlioz e Wagner.
Oltre al
noto e stimato Gluck, Mozart collabora con il suo prediletto maestro
Haydn, con il librettista Da Ponte e con il mediocre teatrante di
periferia E.Schikaneder; organizza accademie a sue spese,
sempre davanti a un pubblico della buona borghesia viennese; fa
stampare parecchi lavori, impartisce lezioni di pianoforte e
composizione e ottiene un enorme successo con l’opera Il Ratto
del Serraglio (luglio 1782). I proventi tuttavia non sono
sufficienti a fronteggiare una situazione economica troppo incerta. Le mani del genio non sono sempre oculate nella gestione
del denaro, anzi, tutt’altro. Il carattere e il temperamento sono piuttosto inclini alle frivolezze, al divertimento, allo scherzo, al
vivere fuori dagli schemi. E quando le tasche
glielo permettono si lascia andare al suo vero modo di essere. Ma le
tasche spesso restano sempre vuote. Pure i diritti d’autore delle
opere teatrali sono modesti, dal momento che egli viene retribuito
soltanto per la composizione. Tutto ciò però cambia quando si
trova difronte ai pentagrammi musicali da riempire. In questi momenti
realtà e dimensione prendono una vita che soltanto lui conosce, la sola
compagnia possibile diventa la sua musa ispiratrice e il genio
musicale fiorisce come per magia. Nessun rumore, nessuna interferenza esterna, nessun
stridulo suono penetrano la sua mente. Soltanto melodie e armonie prendono forma nella massima perfezione al suo udito interiore.
Nel 1786 scrive quello
che politicamente non è ben accettato a Vienna, Le Nozze di
Figaro, e l’anno successivo Il Don Giovanni, che
riscuotono un enorme successo a Praga. In questo periodo di fertilità
compositiva, gli editori acquistano le partiture a prezzi irrisori e
Wolfgang contrae debiti su debiti, specialmente con i compagni di
loggia massonica, quali il generoso Puchberg e Hofdemel.
Nel 1787 gli muore il
padre e nello stesso anno ottiene dall’imperatore la nomina a
compositore di corte, sostituendo lo stimato Gluck, con la
retribuzione di 800 fiorini l’anno, meno della metà di quello che
percepiva il suo predecessore, ma comunque senza obblighi precisi.
Nel 1890 riceve l’incarico di scrivere Così fan tutte.
Frattanto muore l’imperatore Giuseppe II, al quale succede
Leopoldo II, e Mozart che ha scritto per la cerimonia
dell’incoronazione a Praga La Clemenza di Tito (settembre
1791), spera di poter essere nominato secondo maestro di cappella a
corte (il primo è ancora il maestro Salieri), ma il nuovo
monarca è indifferente alla musica e sua moglie Maria Giuseppa di
Baviera, giudica l’opera “una porcheria tedesca”; inoltre a
corte circolano gravi accuse sulla condotta morale e sulla cattiva
amministrazione domestica dell’aspirante maestro di cappella. Con
queste prospettive poco edificanti, Mozart accetta dopo lunga
insistenza da parte di Schikaneder di comporre Il Flauto Magico
(settembre 1791) e una parte del Requiem rimasto incompiuto e
terminato dal suo primo allievo nonché amico F.Süsmayr, dietro i
vari consigli del genio.
Alla sua morte non lascia
che 200 fiorini in contanti, pochissimi mobili di scarso prezzo,
qualche strumento musicale e una biblioteca valutata appena una
ventina di fiorini.
Sepolto in fretta la sua
salma viene dispersa in una fossa comune. Lascia due figli (altri
quattro muoiono in tenera età): Karl Thomas (1784-1858), buon
pianista ma non musicista di professione e Franz Xaver Wolfgang
(1791-1844), direttore d’orchestra, compositore e pianista.
Dopo questi cenni
biografici che riguardano una delle maggiori personalità della
storia umana, risulta chiaramente il contrasto di un’esistenza
divisa fra uno splendido esordio – cui si aggiungono altri momenti
di successo – e una tragica conclusione, dominata dal vuoto
interiore e dal freddo della solitudine, come ebbe a scrivere alla
moglie pochi mesi prima della morte. E se la parte felice e luminosa
di questa vita può essere simboleggiata dall’immagine di un bimbo
paffuto, coccolato dalle dame e snellito da una sfavillante
rendigote, i periodi più dolorosi sono drammaticamente riassunti
dagli ultimi ritratti, dove si riconosce un uomo maturato troppo in
fretta, e da una illustrazione in bianco e nero tramandata fino a
noi, dove nei termini più squallidi viene raffigurato il funerale
del maestro, in un’alba grigia e piovosa, accompagnato soltanto da
un cane randagio.
In un significato più
esteso e profondo, questa duplice rappresentazione del destino di
Mozart, può riferirsi anche al suo messaggio artistico che nasconde,
sotto la distinzione di un equilibrio formale, un’immensa tensione
individuale pagata in silenzio al servizio di una maggiore
fratellanza umana ed espressa con numerose testimonianze di una
sottile, acutissima critica di costume. Al rispetto delle convenzioni
e tradizioni aristocratiche, religiose quanto galanti, corrispondono
in lui una responsabilità e un dinamismo interiore da farlo
considerare da alcuni, quale anticipatore consapevole di fermenti
preromantici, mentre per altri egli resta ineguagliabile conclusione
di un secolo raffinato e intelligente, riguardoso delle regole e dei
canoni. Accettando ambedue le tesi, Mozart deriva proprio da un
costante confronto con i vari clichés musicali e morali del suo
tempo, quella serena, tenerissima, infrangibile bellezza, che in modo
tanto enigmatico si accompagna al febbrile, malizioso correttivo di
una vibrazione definita ‘demoniaca’. Grazie all’impiego
armonioso di esse, il genio austriaco – vero monstrum tutto musica
– supera ogni difficoltà compositiva, attraverso una produzione
vastissima, scaturita sotto la pressione del bisogno, delle richieste
e anche per stimolo improvviso di vocazioni interiori. Oggi si
afferma che egli agì con la rapidità di un uomo dei tempi nuovi
eppure, si direbbe eternamente fanciullo, astratto da ogni
implicazione culturale che non fosse la voce del suono, totalmente
estroverso e allo stesso modo capace di stupefacenti esplorazioni
nei diversi strati della psicologia e del pensiero. Conoscitore
impareggiabile dell’animo umano, beffardo indagatore dei vizi,
nostalgico del bel mondo, facile a passare dal più intenso dolore
alla maggiore gioia, devoto cantore degli affetti e dei simboli
religiosi, sia cattolici che massonici. Mozart mantiene tuttora, come
individualità, una statura affascinante, al vertice della
considerazione moderna. Come musicista sintetizzò ogni scoperta
precedente, portando a maturo sviluppo tutti i generi musicali e
lasciando dietro di sé pochi riscontri, in un compiuto intreccio di
sensibilità non solo nordica e latina, ma universale.
Mozart Wolfgang Amadeus, è stato il più prolifico compositore di
tutti i tempi della storia musicale, pur considerando la sua breve
esistenza, tanto che per ordinare il suo patrimonio lasciatoci, si
rese necessaria, nel 1862, la pubblicazione di un catalogo – poi
aggiornato e riveduto – che prese il nome del suo compilatore,
L.von Köckel, contrassegnando le varie composizioni con la
caratteristica ‘K’ seguita da un numero. Non cito tutte le
opere catalogate per motivi di spazio, lascio a voi immaginare la
quantità. Inoltre mi scuso con gli appassionati per la breve sintesi
sulla vita del genio da me riportata, ma le tante biografie e notizie
presenti oggi riguardanti Mozart, a volte anche discordanti su varie
argomentazioni, hanno reso alquanto difficile questo lavoro, che
certamente non rende giustizia a un uomo irripetibile per grandezza e
genialità.
...La regina
della notte, (der Hölle Rache Kocten in meinem Herzen) dal Flauto Magico; l'opera teatrale rappresentata pochi mesi prima del decesso del Genio alla periferia di Salisburgo sotto la direzione di E. Schikaneder, ottenne un grande successo prima a livello popolare poi
presso i cosiddetti benpensanti della borghesia. Il vocalizzo scritto
per la Regina della notte destò grande sorpresa ed effetto agli esperti di musica per la
durata vocale e per la difficoltà di esecuzione: un canto che si
dispiega s'una estensione di note ascendenti e discendenti mai
azzardate prima, e neppure dopo, fino ai nostri giorni...
Felicitaciones Sergio por tu post sobre este músico,
RispondiEliminala música es el lenguaje universal por excelencia
en ella todos los pensamientos y emociones convergen y se identifican fácil.
Las citas de otros famosos músicos e intelectuales de su época avalan la creatividad y originalidad como hoy ocurre con otros músicos o artistas de otras especialidades, el ser reconocido por sus pares es algo que sienta un lugar en la historia a ese personaje.
mil gracias por todas tus huellas en mi blog
eres muy amable
ten un comienzo de semana precioso
abrazos
ogni tanto un poco di storia fa bene, soprattutto se la storia riguarda la genialità, la profondità e la rarità di una persona come lui.
RispondiEliminaGrazie!
Un sincero grazie per avermi deliziato con questa tua seconda parte dedicata ad un genio davvero eccelso..la sua musica..la sua maestria, credo non abbiano avuto eguali...abbraccio, Stefania
RispondiEliminaVengo con un po' di ritardo, l'avevo giá letta questa seconda parte, ma commentare in italiano mi richiede di una certa concentrazione che non ho avuto in questi giorni.
RispondiEliminaMi piace molto come scrivi, Sergio, le parole che scegli e soprattutto le riflessioni che fai su questo genio della musica con una vita, in tanti sensi, sfortunata.
L'aria che Lemercier canta con tanto sentimento è straordinaria.
Un forte abbraccio.
...un sincero grazie a tutte voi, e ai vostri graditi commenti...al prossimo post...
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