Charles Baudelaire. Foto Nadar |
Nel giorno 31
Agosto del 1867 all’età di soli 46 anni, si spegneva dopo una penosa agonia, Charles Baudelaire, poeta,
scrittore, critico. Uomo dotato di elevata statura intellettuale e di vasta
visione socio-culturale. Alla sua educazione giovanile, per quanto curata nella
formazione scolastica, fa eco la mancanza del sostegno, del conforto,
dell’affetto amorevole di una famiglia. Lacune queste che si ripercuoteranno
sulla formazione caratteriale e spirituale del suo divenire. La sua intimità
introversa e la sua delicata sensibilità, sono il contrasto di un carattere
dissociato dagli schemi e dai dogmi sociali. Non è errato pensare che le anime
più comunemente dotate di passionalità e affinità verso il bello e la bellezza,
siano poi le più inclini a cadere nelle infide trame della solitudine
interiore. Questa, l’anima di Charles: bella e maledetta.
Il punto focale dell’arte di
Baudelaire, riflesso nel contesto sociale del suo tempo è, ‘il rifiuto della
società borghese’. Questo non si limita
agli aspetti etico politici, ma coinvolge tutto un concetto di realtà, e apre
una ricerca di una percezione diversa e autentica dell’uomo nel mondo. In
questo risvolto, Baudelaire, inaugura la serie dei "poeti maledetti" Maledetti da una società al cui conformismo, privato di totale mancanza
di significato, secondo la prospettiva morale e insieme artistica, questi si
oppongono in una rivolta priva di speranza, presentata come testimonianza
insopprimibile, e in un certo modo gratuita dalla dignità della coscienza.
E’ proprio in
questo periodo che Baudelaire traduce
E.Allan Poe, introducendolo nel circolo della cultura europea.
E.A.Poe, visionario e alcolizzato, dalla vita randagia, travagliata e avventurosa
di perenne frustrato. I Racconti e le Poesie di Poe, recuperano un’area che sta fra l’onirico e l’inconscio. Che comprende componenti di orrore e di terrore, ma anche il senso di
una realtà diversa dalla coscienza, opposta alla piccola misura del quotidiano.
Con Poe e
Baudelaire, s’impone sulla scena della poesia un sorta di "romanticismo
negativo" che nasce dall’amara
esperienza della condizione umana in un mondo sempre più privo di riferimenti
ideali.
Il poeta non è
più il vate capace d’interpretare le esigenze della società, ma un solitario,
un maledetto, condannato ad aspirare un’irraggiungibile bellezza, esprimendo
soltanto la propria impotenza di vivere.
Si delinea così
un divorzio insanabile fra la vita, groviglio abietto e causale di eventi
angosciosi, e l’arte, estremo rifugio in universi di forme sempre più perfette
e autosufficienti. Possiamo quindi
affermare che è stato Baudelaire a introdurre il ‘Decadentismo, pur non
delineando gli aspetti teorici e programmatici che furono introdotti più tardi.
Il senso di
disagio provocato dalla violenta trasformazione socio-economica dell'ottocento si manifesta in due diverse
poetiche nell'opera di Baudelaire. La prima, quella del simbolismo, generata da un forte desiderio di ritrovare
un tenace legame tra società pre-industriale e natura. In questo legame sono
poste in risalto le analogie tra uomo e natura accostati nei diversi messaggi
sensoriali provenienti dal mondo naturale. Concezioni espresse attraverso la
figura retorica dell’associazione di sfere sensoriali diverse. La seconda,
l'allegorismo, derivante dal
tentativo di sottolineare il profondo distacco della vita rispetto alla nuova
realtà industriale. Distacco che propone al lettore spunti di riflessione che
richiedono un'attività razionale per essere compresi. E’ in questo dualismo che
Charles fa uso del termine “Spleen” (vocabolo medico inglese che indica la
‘milza’, come sede della malinconia e dell’ombrosità) per indicare la noia, la malinconia aliena, la tristezza senza cause
specifiche che i classici chiamano ‘taedium
vitae’.
Baudelaire ha
scritto diverse liriche usando questo termine, tutte inserite nella prima
sezione de: I fiori del male, intitolata Spleen e ideale.
Questi due opposti sentimenti del poeta sono da un lato, il disgusto per la vita distrutta dalla noia e da una tormentosa inquietudine, e dall’altro l’aspirazione destinata allo smacco, ma caparbiamente teso verso l’infinito e l’assoluta purezza.
Questo conflitto ha alla base una concezione religiosa: il poeta tenta di sfuggire allo spleen protendendosi verso l’ideale, la bellezza, la purezza, anche se la tensione è vana perché egli ricade nel tormento per una sorta di voluttà della degradazione e della colpa. Ecco allora che si rivolge a mezzi di evasione, ai paradisi artificiali, a Satana - Satana, abbi pietà della mia lunga miseria-, litanie di Satana, nella sezione V de: I fiori del male.
Questi due opposti sentimenti del poeta sono da un lato, il disgusto per la vita distrutta dalla noia e da una tormentosa inquietudine, e dall’altro l’aspirazione destinata allo smacco, ma caparbiamente teso verso l’infinito e l’assoluta purezza.
Questo conflitto ha alla base una concezione religiosa: il poeta tenta di sfuggire allo spleen protendendosi verso l’ideale, la bellezza, la purezza, anche se la tensione è vana perché egli ricade nel tormento per una sorta di voluttà della degradazione e della colpa. Ecco allora che si rivolge a mezzi di evasione, ai paradisi artificiali, a Satana - Satana, abbi pietà della mia lunga miseria-, litanie di Satana, nella sezione V de: I fiori del male.
Infine si
rivolge alla morte vista come possibilità di esplorare l’ignoto - Al fondo dell’ignoto per trovare del nuovo!
- 'Il viaggio', nella sezione
IV, ‘La morte’. Era prevedibile che quest’uomo solo, cercatore d’infinito e investito del
mero quotidiano, innamorato del piacere e spronato da un’intelligenza acuta, e vigile,
abbandonato alla forza del sogno, prostrato dal dolore della malattia, dal
vizio, e dall’impotenza di volontà, non fosse attratto dall’esperienza delle
droghe. Ecco lo spirito di poeta, meticoloso, sublime, sempre rivolto alla
perfezione compositiva, come se si trattasse di un respiro vitale, che
investiva intelletto e morale, percepire e voler percepire nella droga un
surrogato dell’amore. Pari a un qualcosa che l’amore non poteva dare. Un paradiso conquistato e vissuto senza
bisogno dell’altro, dove non c’era nessun medico e nessun paziente.
Quel che più
colpisce chi legge C.Baudelaire sull’hascisc, sul vino, sull’assenzio,
sull’oppio, e sui bordelli, è che tutto appare come realizzazione
circostanziale di un viaggio in paesi immaginari, dove la ragione sembra ancora
resistere dinanzi a uno spettacolo che affonda i nostri sensi fino a farci dimenticare
di essere o non essere. I fiori del
male, sono ritenuti dalla
maggior parte della critica attuale, il contributo più elevato verso la poesia
moderna.
Charles Baudelaire Parigi 9 aprile 1821- 31 agosto 1867
Immagini di Slpeen e Ideale
All’amico Charles, che da sempre mi accompagna, io dedico questi pochi ma sentiti versi:
dalle profonde urne
d’un vasto universo
un celato mormorio
ha percosso timpani
di perduti padiglioni
al martirio udito
di un’epoca decaduta
ieri di Lei
d’anima candida voce
nata d’arcana libertà
da te imprigionata
in sconsacrata terra
di demone ribelle
non una sillaba
di ascoltata parola
Lei amabile soffio
di canti tacitata
ombra fedele sempre
musa t’ha sussurrato
della speranza l’inno
del credere la fede
del vivere il verbo
anarchico ego
folle visionario
di grigio fumo perso
di pallida spirocheta
derelitto il corpo
di fatuo fuoco
disperso hai tutto
oggi di lei
sacrestale voce
di Amore tace
poesia di vita
sua malmeni l’eco
e senza rimpianti
d’ira imprechi l’urlo
dal silenzio dell’abisso
Tartaro di maledetti
terra di spleen
sponda d’inferno
e paradiso
|
from
the deep polls
of a
vast universe
murmur
of a hidden
has
beaten gables
of
lost pavilions
to
martyrdom hearing
an
era of decayed
yesterday
of Her
candid
voice of the soul
born
of arcane freedom
imprisoned
by you
in
deconsecrated earth
of demon
rebel
not
a syllable
hearded the word
She
lovable breath
of chants
silenced
always
faithful shadow
muse
whispered to you
the
anthem of hope
of
believing faith
of
the verb live
anarchist
ego
mad
visionary
of
gray smoke lost
of
pale spirochete
derelict
body
of
fatuous fire
you have missing all
today of her
sacrestale
voice
of Love silent
poetry
of life
her
you shake the echo
and
no regrets
the
scream of anger curse
from
the silence of the abyss
Tartar
damned
land
of spleen
shores
of hell
and paradise
©Sergio Dellestelle
|
Sehr informativer Beitrag, hat mir sehr gefallen...
RispondiEliminaServus
CL
...fielen danke Cloudy...
EliminaPoeta amato e contemplato....!! Tu hai reso onore a un Grande e ogni tuo verso nel respiro e nel sospiro hai immortalato in sua memoria!!! +++++++++++++++++++++ Sergio Celle :))))))
RispondiElimina...grazie Rosaria, le tue infinite croci mi sono di conforto sia per di quà che per all'aldilà...:-))
EliminaQuesti magnifici dipinti del 1900, sono stati effettuati per raffigurare "Les Fleur du mal" di Baudelaire da Carlos Schwabe (1877 - 1926). Pittore simbolista. - Schwabe, con meticolosa incisività analitica, conferisce in ogni sua opera un significato preciso a ogni dettaglio ...
RispondiElimina... e la tua poesia, Sergio, vi accomuna: il pittore e il poeta in simbiosi a rendere omaggio a quel grande Baudelaire, di "intimità introversa e delicata sensibilità", come tu citi, e tragico emblema dell'angoscia. La sua disperazione in terra è sublimata dal riconoscimento di Angeli che lo sollevano dalla sofferenza, così come le tue parole poetiche lo pongono su un altro mondo pieno di luce perenne, come Charles merita, dove non esistono fuochi fatui né spirochete pallide a rodergli la mente.
Complimenti Sergio, è tangibile la tua immensa ammirazione per il poeta Baudelaire ma soprattutto l'intenso sentire della vita di quell'Uomo.
...la poesia è una terra sempre fertile sia per l'anima. sia per la ragione...del pittore simbolista Carlos Schwabe, sarò sincero, ne ero all'oscuro...grazie per i tuo meritevole commento...ciao Serena...
Eliminaora finalmente riesco a posare il mio commento, ...
RispondiEliminala storia di questo scrittore , per mia ignoranza, non la conoscevo,ma grazie a te ora ..qualcosa ho saputo!...e devo dire che veramente qualcosa vi accomuna,...per quanto riguarda il tuo SCRITTO ....
ha volte ti esprimi così con passione che si legge in tè una forte carica..DI TUTTO..diciamo! ma questa volta si legge risentimento, delusione..e tristezza inconscia,ma tu,come al solito hai doti che ..ogni cosa la sai comunque trasformare in...speciale!..ciao e grazie...
...carissima Sandra, non esiste un confine per la conoscenza, esiste una fine dove poter dire un giorno a se stessi, ho un racconto che vale la pena sia raccontato...ciao e che quel giorno sia illuminato di sorrisi...
EliminaBell'omaggio a Charles!
RispondiElimina...ciao Gianna...trascorso belle vacanze? Sempre sull'isola da favola?...grazie della tua visita...
Eliminaciao carissimo, io sono tornata finalmente!!! Bella dedica...
RispondiEliminaAdesso puoi chiedermi ciò di cui avevi bisogno, sempre che ne abbia ancora bisogno...! Un abbraccio
Fatima
..ciao Cara Fatima, anche se un po' in ritardo..sono contento del tuo ritorno dopo una bella vacanza..un sincero abbraccio....
EliminaBuongiorno carissimo Sergio... e trovo con piacevolezza
RispondiEliminauna bellissima poesia.. che solo la tua sensibilità e capacità
ti rende unico.
Grazie per il tocco di cultura offertoci attraverso Baudelaire.. ed il pittore Schwabe dipinti molto apprezzati.
a prestissimo amico caro Gabry
...che gioia risentirti cara Gabry...il tuo cuore è davvero magico: un momento svanisce e un altro riappare...una magia che ci dona emozione...grazie...
RispondiEliminaCiao Sergio, quello che più mi stupisce e mi fa anche tenerezza di Baudelaire è ciò che io definisco: incapacità di comprendere ed entrare in contatto con l'essenza femminile; in questo è molto lontano da te!
RispondiEliminaUn abbraccio!
..la tua osservazione è di raffinata conoscenza su questo personaggio combattuto da i suoi sentimenti vissuti agli estremi. Infatti, nei miei versi, tramite la 'di Lei candida anima e amabile soffio e musa dalla sacrestale (licenza poetica= divina immagine) voce', accuso benevolmente l'amico Charles, di non aver ascoltato e afferrato la più grande bellezza, la donna e la sua femminilità come immagine di salvezza dove cercare attimi di amore e felicità...ma per Charles, la donna rappresentava lo Spleen e l'ideale fusi insieme, il 'fiore del male', il fiore che non è soltanto bellezza, ma anche dolore, il bene che non può essere senza il male...e la purezza e il bello assoluto Charles lo trova soltanto nelle parole scritte, quelle che restano per sempre, che non muoiono mai, il suo rifugio spirituale...se fosse stato altrimenti, avrebbe lasciato versi anonimi, non avrebbe scosso il sottosuolo alla riflessione...grazie Sciarada, ricambio l'abbraccio...
RispondiEliminaLa tua licenza poetica è magnifica in ogni sua rappresentazione!
RispondiElimina...cara Sciarada, un giorno qualcuno disse che il 'bello si addice solo al bello'...quel qualcuno era nel giusto: ogni tua sillaba scritta e ogni tuo click impressionato, sono la conferma!...
RispondiEliminaGrazie per non dimenticare i miei amici Sergio. Avere una buona settimana!
RispondiElimina..ciao Marie, non pensare che io non ti veda e non ti legga...un abbraccio..
EliminaBellissima Rosa
RispondiEliminaCiao a tutti