Pyotr Ilyich Ciajkovskij
Nadieshda Filaretovna von Meck
L’epistolario
(quando la lettera scritta
sostituisce il suono della parola e unisce due anime)
“Sa mio caro Peter Iljic (lettera del 22 gennaio 1878), da gran tempo questa nostra non comune simpatia reciproca, questa concordanza di idee davvero incredibile, quale si rivela in ciascuna delle nostre lettere, mi riempie l’animo di stupore. Una simile affinità di nature è rara anche fra parenti strettissimi. Oh Dio, com’è bello avere almeno una persona al mondo alla quale ci si possa confidare! In questo stato di felice abbandono come tutto, anche il male, diventa tollerabile e non impedisce di sentirsi contenti...Ha mai amato lei, Peter Iljic? Ne dubito. Ama troppo la musica per poter amare una donna. So di un episodio amoroso della sua vita, (riferimento alla cantante Désirée Artot - aggiunta personale non presente nella lettera) ma credo che il cosiddetto amore platonico (Platone del resto non ha affatto amato in tal modo), sia soltanto amore a metà; unicamente amore della fantasia, non del cuore; non quel sentimento che investe corpo e sangue dell’uomo, che solo lo mette in grado di vivere.”
P.I.Ciajkovskji -Mosca 1876- |
“Lei mi chiede, cara amica, se io conosco l’amore terreno. Sì e no. Se si volesse porre la domanda altrimenti e chiedere se nell’amore ho trovato la pienezza della felicità, allora dovrei rispondere: no, no, no, tre volte no!!! Credo del resto che anche la mia musica dia una risposta a questa domanda. Ma quando lei mi chiede se conosco tutta la pienezza, tutta la forza inesauribile dell’amore, allora debbo rispondere: sì, sì, sì, tre volte sì! Ripeto che ho più volte tentato di esprimere nella mia musica il tormento e la beatitudine dell’amore. Se questo mi sia riuscito, non lo so, lo devono giudicare gli altri. Non sono però del suo parere su un punto, quello che la musica non sia capace di rendere la forza universale dell’amore. Al contrario, la musica soltanto può farlo. Lei dice che questo può avvenire soltanto attraverso le parole. Oh no! Proprio per questo non occorrono parole. Laddove esse vengono a mancare subentra in tutta la sua pienezza un linguaggio più eloquente: la musica. Anche il discorso ritmico, ossia della poesia, con la quale i poeti glorificano l’amore, non è altro che un addentrarsi nel dominio riservato alla musica. Non appena le parole prendono forma di poesia, non sono più soltanto tali, si sono già trasformate in musica. La miglior prova che la poesia in glorificazione dell’amore sono assai più musica che semplici parole la trovo nel fatto che, molto spesso, tali poesie non hanno un senso immediatamente afferrabile (penso a Fet,- poeta russo - un mio prediletto). Invece, al contrario di quanto sembrerebbe, versi di quel genere non soltanto hanno un significato, ma racchiudono pensieri profondi, di natura però puramente musicale [...]”
Peter Ilich Ciajkovskij, terzo di sette
figli nasce a Votkinsk nel 1840, da Aleksandra Andreevna
d'Assier, di nobili origini francesi ma nata a San Pietroburgo; donna
mite e riservata, amante dell’opera lirica e sinfonica, nonché
discreta pianista, educa subito Peter alla musica; il padre, Ilja
Petrovic è ingegnere e dirige una miniera a Votkinsk nel
governatorato di Vjatka, non lontano dagli Urali, dove Peter viene
al mondo. I genitori hanno idee diverse sull’avvenire del terzo
figlio, la madre sogna per Peter il palcoscenico musicale, quando il
padre invece lo indirizza agli studi di giurisprudenza.
Dopo i corsi superiori di diritto,
equivalenti alla nostra università, Peter entra nella carriera degli
impieghi governativi, ma coltiva intanto la musica con maestri del
conservatorio di Pietroburgo: Nikolaj Ivanovič Zaremba per la
composizione, lo Stiehl per l’organo, A.Rubinstein, fondatore dello
stesso conservatorio nonché pianista di fama internazionale, per il
pianoforte e infine, il nostro grande C.Ciardi per il flauto.
Dopo aver conseguito il diploma
musicale con alto merito, lascia definitivamente l’impiego statale
per quello che sarà per sempre, nel bene e nel male, il destino
della sua vita: la musica. A spingerlo verso questa definitiva
decisione, è l’amore appassionato che egli nutre da sempre verso
le opere di quello che lui considera essere quasi un dio, soprattutto
a causa del Don Giovanni: W.A.Mozart. Quest’opera lo accompagnerà
dai primi anni della giovinezza fino all’ultimo periodo della sua
attività musicale e rappresenterà per lui il vertice di ogni forma
creativa.
Nel 1866, con l’aiuto dell’allora
direttore Nicolaj Rubinstein, fratello minore di Anton, viene
nominato professore d’armonia al conservatorio di Mosca, posto che
tiene soltanto fino al 1877, anno della crisi per un matrimonio
fallito e della svolta per la conoscenza virtuale di una nobildonna
moscovita: Nadieshda Filaretovna von Meck; pur ottenendo elogi e
riconoscimenti per alcune opere musicali, come il concerto per piano
nr1 in Sib minore, la carriera di docente non soddisfa il carattere
inquieto del maestro, anzi lo deprime, e a questo fa da corollario
una vita privata poco esaltante che si può riassumere in un
matrimonio infelice rotto a distanza di pochi mesi, alle condizioni
finanziarie assai disagiate e, più di tutto, la tendenza innata alla
malinconia, che lo rendono amaro, sdegnoso e malato di nervi:
situazione precaria sia fisica che psicologica, che cerca di
distrarre con viaggi in Svizzera e in Italia, senza ottenere un
concreto beneficio.
La vera svolta a questa malevole situazione avviene per soccorso del destino:“Sono molto cambiato, da quando ci vedemmo l’ultima volta, - scrive ad un amico dopo circa dieci anni di soggiorno a Mosca. – non c’è più nemmeno la traccia del mio umore allegro di un tempo, quando ero sempre in vena di fare scherzi. La mia vita è ora orrendamente monotona e vuota: comincio a pensare seriamente al matrimonio. L’unica cosa che sopravviva inalterata in me è il piacere che provo a comporre. Così, se non fossi condannato ad incontrare ad ogni passo ostacoli continui e noiosi, per esempio le lezioni al Conservatorio che di anno in anno mi nauseano sempre più, potrei senza dubbio produrre qualcosa di notevole. Ma ahimè, sono incatenato alla scuola.”
fra gli allievi del conservatorio Ciaikovskij novera un certo Iosifovich Kotek, violinista russo (1855-1885) che ben presto diventa suo prediletto in composizione e poi amico intimo. Fra il maestro e l’allievo intercorrono quindici anni di età che non impediscono loro di aver un rapporto più che intimo fino alla morte del violinista. In questo periodo Josifovich gioca inconsapevolmente un ruolo molto importante, anzi, decisivo per la carriera musicale di Ciaikovskij: ci avviciniamo al 1877, e il trentasettenne Peter Iljic.C, si trova ancora a Mosca in qualità di insegnante di composizione al conservatorio. Fato vuole che il giovane violinista Kotek, abbia una specie d’impiego fisso presso la baronessa (titolo nobiliare acquisito) Nadjeshda Filaretovna von Meck, (1831-1894) ricchissima dama della società moscovita che nutre un amore appassionato per la musica, tanto da essere essa stessa una valente pianista. A giorni prestabiliti riceve il giovane Kotek per eseguire trascrizioni musicali per violino e pianoforte. Kotek le parla di Ciaikovskij, della triste e penosa situazione in cui egli si trova per essere un talento musicale fuori del comune. La baronessa d’indole generosa manifesta il desiderio di conoscerne le composizioni e ben presto si accende di così forte entusiasmo per quella musica piena di svolte sentimentali, da decidere di aiutare il compositore. Tramite il giovane violinista, chiede a Ciaikovskji, offrendogli un generoso compenso in rubli, di trascrivere per violino e pianoforte alcune sue composizioni. Da questo fatale preludio nasce un rapporto epistolare che nel tempo diverrà sempre più intimo e personale. Un rapporto singolare che durerà tredici anni, in cui uno non udrà mai la voce dell’altra, ma che giorno dopo giorno aprirà i cuori dei protagonisti, fino ad accendere sentimenti passionali non condivisi, nell’essere della sensibile e generosa signora. Infatti, è proprio la signora Nadjeshda a porre questa singolare condizione: mai egli dovrà fare il tentativo di conoscerla personalmente. Di buon grado il musicista acconsente al suo desiderio e i due non si scambieranno mai una sola parola.
Ecco la prima lettera: Mosca , 18 dicembre 1876
“Egregio Peter Iljic! Mi permetta di esprimerle la mia sincera gratitudine per dato così sollecito seguito alla mia richiesta. Ritengo inopportuno dirle quale senso d’incanto abbia destato in me le sue composizioni, perché ella è certamente avvezzo a ben altri omaggi e l’ammirazione di una creatura insignificante quale son io nel campo musicale, non potrà che sembrarle ridicola. Tuttavia, questa passione per la musica rappresenta per me un bene tanto prezioso che non permetto a nessuno di riderne. È tutto quanto le voglio dire, pregandola di credermi. In compagnia della sua musica, vivere diventa più facile e più piacevole”.Ciaikovskji, allora risponde: Mosca, 19 dicembre 1876
Egregia Nadjeshda Filaretovna!La ringrazio di cuore per le amabili e lusinghiere parole che mi ha scritto. A un musicista come me, che ha incontrato tanti insuccessi e tante delusioni, è di grande conforto sapere che esiste un piccolo numero di persone come lei, così fervidamente e sinceramente appassionate per la sua arte.”Due mesi più tardi, facendo seguire una nuova ordinazione, la signora von Meck scrive fra l’altro:“Le racconterei molto, moltissimo a proposito della mia fanatica ammirazione per lei, se non temessi di abusate del suo poco tempo libero. Le voglio dire soltanto che una tale passione, per quanto possa apparire insensata, mi è cara come il più sublime di tutti i sentimenti di cui sia capace la natura umana. Mi consideri pure una visionaria, una pazza forse, ma non rida di me.”Immediatamente il musicista risponde:“Mi dispiace che lei non mi abbia detto tutta quanto aveva nel cuore. Le assicuro che sono profondamente toccato dai suoi sentimenti poiché anch’io provo per lei la più calda simpatia. Non sono soltanto parole: la conosco meglio di quanto forse ella non creda. Se un bel giorno si decidesse a scrivermi tutto ciò che ha da dirmi, le sarei molto grato…”
Dopo soltanto due settimane la gentile signora scrive:Mosca, 7 marzo 1877“Egregio Peter Iljic! La sua cara risposta alla mia lettera mi ha procurato una gioia quale non provavo da tempo..Eccomi ora a lei con una fervida preghiera che potrà forse sembrarle strana. Ma un individuo che come me conduce vita da eremita, viene naturalmente a trovarsi in uno stato d’animo per cui convenzioni sociali, regole di buona creanza e cose del genere sembrano concetti vuoti di senso. Non so in realtà come la pensi lei, la prego vivamente di dirmelo con franchezza e di respingere la mia istanza. Ecco che cosa vorrei: la sua fotografia. Posseggo già due suoi ritratti, ma vorrei riceverne uno proprio da lei. Mi piacerebbe ricercare sul suo volto le tracce delle ispirazioni e dei sentimenti sotto il cui influsso ella compone quelle opere capaci di rapirci in un mondo di sensazioni e di aneliti collocati al di là di quanto la natura può offrire. Quale godimento e quanta nostalgia suscita la sua musica! La prima delle sue opere orchestrali che ebbi occasione di ascoltare fu La Tempesta. È impossibile descrivere le sensazioni evocate in me da questa musica. Per giornate intere mi sentii come in preda alla febbre senza che riuscissi a liberarmi da un tale stato di eccitazione. Considero il musicista una creatura superiore e sebbene a tal riguardo abbia sofferto non poche delusioni, questa convinzione è ben radicata nel mio animo, profondamente. Come mi fui riavuta dalla prima violenta impressione suscitata in me dalla sua opera, provai l’impellente desiderio di sapere che razza di uomo fosse colui che aveva composto una tale musica. Ci fu un tempo che avrei voluto tanto conoscerla di persona, Ma ora che subisco così intensamente il suo fascino, temo un incontro. Se un giorno dovessimo per avventura conoscerci, non potrei comportarmi con lei come un estraneo, non potrei stringerle la mano senza profferir parola. Preferisco quindi pensare a lei da lontano…Ho ancora una preghiera da rivolgerle: nella sua opera Opricniki c’è un passaggio che mi rende addirittura pazza ogniqualvolta l’ascolto. Per tale musica che esprime la sublimità della morte, mi sentirei capace di dare la vita. Se ne ha voglia, faccia con tali motivi, una marcia funebre per me, e precisamente per pianoforte a quattro mani. Se la mia richiesta dovesse però riuscirle inopportuna, sia come non detto. Mi dispiacerebbe certo, ma non ne sarei offesa. Vorrei inoltre pregarla di permettermi di omettere nelle mie lettere simili formalità come: “egregio”. Non sono di mio gusto. E prego lei di fare altrettanto nelle sue. Non rifiuterà, nevvero?”Peter si sottomette a queste condizioni e risponde subito:
“Già la circostanza che soffriamo entrambi dello stesso male ci avvicina l’uno all’altra. Questo male si chiama misantropia…Ci fu un tempo in cui questa malattia mi faceva soffrire a tal punto da farmi perdere la ragione…Fu il lavoro a salvarmi, il lavoro che è per me necessità e godimento a un tempo.”Quanto alla Marcia Funebre che ha ordinato, N.Filaretovna e fuori di sé dalla gioia:“La sua Marcia è talmente splendida che mi ha fatto sprofondare in una specie di follia, in un stato in cui si dimentica tutto quanto la vita ha di amaro e di deprimente. Non è possibile descrivere quali sensazioni caotiche suscitano nel mio cuore e nella mia mente le note di quel lavoro. I miei nervi tremano, vorrei piangere, vorrei morire, anelo a un’altra vita; non a quella cui credono gli uomini, ma un’altra, superiore ed inafferrabile. Il sangue pulsa nelle tempie, il cuore batte, davanti agli occhi cala un velo nero e soltanto l’orecchio ascolta rapito le magiche note di quella musica…Oh Dio! Com’è grande l’uomo che può donare a un altro una simile beatitudine…Com’è bella la sua Francesca da Rimini! Esiste un altro, capace di rendere meglio l’orrore dell’inferno e l’incanto dell’amore?”
Ma chi è, dunque, questa signora
von Meck, chiamata dal destino a rappresentare una parte così
determinante nella vita del nostro musicista? Da innamorarsi della
sua musica a tal punto da diventarne, prima generosa mecenate e
poi musa ispiratrice?
Nadjeshda Filaretovna von Meck
N.F.von Meck, figlia di un possidente
russo, ha nove anni più di Ciaikovskji. A diciotto va sposa a
Karl Georg von Meck [...]
la parte seconda sarà dedicata
anche alla conoscenza di questa sensibilissima figura femminile…
...la musica non è che l'arte di adattare silenti pensieri ai suoni...
Che bello poterti rileggere, finalmente!
RispondiEliminaAmmetto che conoscevo poco della vita di questo compositore ma la sua musica mi ha sempre stregata, ha in sè qualcosa di ancestrale e malinconico.
Ora, grazie a questo viaggio epistolare, ho capito molto sulla sua personalità e anche sulla sua storia.
Grazie, un grande abbraccio!
..ciao Melinda, se la vita fosse una via diritta, senza ostacoli, sempre illuminata di desideri raccolti, sarebbe più semplice da percorrere, ma forse meno eccitante da vivere: una curva oscura a volte è più rischiosa, ma più affascinate per le scoperte che rivela; la musica di Ciaikovskji, tutta, anche la meno conosciuta, è il suono costante della sua anima, complessa, introversa, oscura, fragile, malinconica, ma soprattutto sensibilissima, al pari della signore von Meck...ricambio il tuo abbraccio..
Eliminapues uno como simple mortal a veces escucha melodías clásicas,
RispondiEliminapero para ser sincera,
lo que me motiva más es la música más contemporánea conmigo.
Buen fin de semana Sergio
un abrazo energético
...querida Elisa, creo que cada uno tiene su propia oreja personal interior, donde los sonidos son una función de sus estados ubicación prredisposizone de alma, y de la sensación de que nunca es el mismo; mi estructura interna es más adecuado para escuchar los sonidos del silencio, la calma, dilatante, que proyecté en la inmensidad silenciosa del cielo; abrazas...
EliminaTornerò con la "calma" dovuta a leggere questo tuo post Sergio ...... per ora il tempo mi concede soltanto l'attimo d'un abbraccio ...................
RispondiElimina..cara Ely, ho fermato il tuo abbraccio nel bello dell'attimo che muore...
EliminaLettere velate di passione, con la delicatezza che quei tempi richiedeva.
RispondiEliminaUn poco gli assomigli ;o)
..carissima Joh, sì, quei tempi li ho sempre amati, e avrei voluto viverli anch'io, soltanto per conoscere un'anima straordinaria come quella della signora Nadieshda Filaretnova; perdona la mia perplessità: " ma ha chi assomiglio?"....:-) sincero abbraccio..
EliminaMa che lettere intrise d'amore,dolcezza e ...nostalgia , che animi profondi ,nel leggerle mi é venuta la pelle d'oca !
RispondiEliminaLa sua musica ha qualche cosa di supremo ,divino E come dici tu ,
quando lui componeva ,era dentro il suo mondo spirituale ,per questo le sue opere possono creare anche senzazioni di beatitudine e gioia .
Grazie Sergio per questo tuo meraviglioso post .
Un abbraccio Bianca
...cara Bianca, se tu fossi vissuta in quel periodo, per sensibilità saresti stata senza dubbio un'altra baronessa von Meck; a mio avviso, in amore, dopo il bacio la musica è la più elevata forma di comunicazione che intenerisce il cuore, e la poesia ne è l'espressione scritta...ricambio il tuo abbraccio...
EliminaΈνα ταξίδι σε άλλες εποχές μας πήγες αγαπητέ μου Sergio!
RispondiEliminaΤι υπέροχα λόγια που μιλούσαν στην καρδιά... τι όμορφη , συναρπαστική μουσική!!
Αυτά τα γράμματα είναι μια πολύτιμη παρακαταθήκη για όλους μας.
Ευχαριστώ !
Φιλιά ... καλό απόγευμα να έχεις ....
...Αγαπητέ Levina, Μερικές φορές νομίζω ότι εσείς και εγώ, αν και μακριά, θα έχουν συγγένειες, επειδή γράφεις ό, τι νομίζω. Στη συνέχεια, ενώ ζουν σε χώρες divesi, έτσι και εμείς επηρεαζόμαστε από την ίδια οικονομική κρίση είναι επίσης μια μεγάλη ιστορική κουλτούρα μας ενώνει. Σας εύχομαι μια εβδομάδα γεμάτη χαρά και ηρεμία. ... Μια μεγάλη αγκαλιά και ένα φιλί ..
EliminaQueste lettere contengono l'essenza dell'amore ............. dell'amore ascoltato, dell'amore mai visto ..... solo sensazioni da brivido, le stesse che alcuni brani ancora riescono a far provare alla mia pelle ......
RispondiEliminaCredo che in ogni grande artistica l'amore sia un "qualcosa" che va oltre .... come anche proprio il suo modo d'amare sia l'arte che gli altri ........
L'arte non ha Dio, non ha dogmi l'arte è puro amore per l'amore!
T'abbraccio Sergio e se sapessi suonare un pianoforte son certa che con la persone che più amo al mondo vorrei suonarlo a quattro mano per fondermi con loro nella musica!
...carissima Ely, sei tornata come promesso e questo mi ha reso un immenso piacere; come mi fa piacere sapere che le lettere scritte, anche su carta improvvisata, ma con la mano del cuore, ti commuovano di sentimento; oggi purtroppo la mano è sostituita da un freddo terminale che per quanto ci si sforzi, non si riscalda; concordo con te, in ogni grande artista l'amore sublima in qualcosa che supera l'amore stesso, e incontra il sublime; e la musica, a differenza della poesia, è la forma più semplice e diretta alla portata di tutti cuori, i suoni vi giungono diritti col solo ausilio dell'udito, quando alla poesia necessita anche il pensiero, ecco perché, a mio avviso, la poesia si scrive per i poeti; l'Arte con la 'a' maiuscola non esiste, esistono degli artigiani che la creano, e Dio sono essi stessi, in loro respira l'alito divino; sempre a mio avviso; cara amica, a volte capita che uno strimpella come me il pianoforte, poi non ha a disposizione le altre due mani...:-) un abbraccio musicale..
EliminaUno dei miei musicisti preferiti, il più ballato fin da piccina...
RispondiEliminaMi ha sempre fatto sentire un'amica ascoltando la sua musica che veniva facile tradurre in passi di danza..
Ma quanto amore esiste nelle sue parole , mel modo di interpretare questo grande sentimento, che attraverso le note che si materializzano in versi , ci fa parlare il cuore anche senza emettere un suono..
Straordianrio Sergino miio+++++++
..Nellina, dolce creatura fatta di musica, immaginavo che il nostro Peter Ilych, fosse uno dei tuoi preferiti: come non studiare danza classica senza i straordinari balletti da lui composti? Il Lago dei Cigni ne è la più nota e affermata espressione! Grazie di cuore per le tue parole...un forte abbraccio...
EliminaΚάθε ανάρτησή με μαγεύει. Ο λόγος και η μουσική που τον συνοδεύει. Εύχομαι να είστε καλά. Να έχετε μια όμορφη εβδομάδα. Καλό Πάσχα με Υγεία. Καλή Κυριακή φίλε μου. Να χαμογελάτε :)
RispondiElimina...Marie αγαπητέ, τα λόγια σας με κολακεύει, αλλά η μουσική, σε συνδυασμό με την ποίηση μετατράπηκε σε αγάπη, είναι η υψηλότερη έκφραση της ομορφιάς. Ευχάριστη εβδομάδα και σε σένα, με μια μεγάλη αγκαλιά και φιλί...
EliminaAuguri, Sergio, per una Pasqua serena ed armoniosa.
RispondiEliminaA ritrovarci presto :)
..ciao Amaranta, grazie dell'augurio e a ritrovarci presto...sincero abbraccio..
EliminaRicordo con piacere e con una certa nostalgia la prima volta che sentii la musica del grande C. Le sensazioni che provai somigliano molto a quelledescritte dalla baronessa F. Un post e un video che mi hanno emozionato intensamente.
RispondiEliminaBene , ora voglio esprimere il mio augurio di una Pasqua serena per te e le persone a te vicine. Un abbraccio ... sono felice di averti letto di nuovo
..cara Paola, la signora von Meck è stata per Ciaikovskji un angelo provvidenziale, senza di lei oggi non conosceremmo l'anima, il cuore, il carattere, il temperamento, e le musiche e l'amor plato, nati durante i tredici anni vissuti per corrispondenza, e soprattutto l'ultima sinfonia, la sesta, il suo requiem personale, che parla della sua vita coi suoni del suo cuore..grazie della visita..sincero abbraccio...
EliminaLovely post, Buon Pasqua
RispondiElimina..Louisette bonjour, quelle bonne surprise! ... Je ne sais pas comment vous m'avez trouvé, mais c'est toujours un plaisir de trouver de nouveaux amis; étreinte sincère ...
Elimina♥♥♥V♥ (¯`:´¯)░~~♥☆ ☆ ☆ ☆ ☆
RispondiElimina░░(¯ `•.\|/.•´¯)░)(░░░)
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(░░(_.•´/|\`•._)(¯ `•.\|/.•´)░)
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..ciao Lou, una lieta sorpresa trovarti qui, e vedere tanti cuori!...grazie di cuore...
EliminaMa petite Vidéo (Séville Santa Semena)
RispondiElimina(\__/)(\__/)
(="=) (="=) Happy Easter!
(")(") (")(") ♥♥♥♥♥
...ciao Louisette, grazie del piccolo ma grande pensiero...bello vedere tanti cuori dove aggiungo anche il mio...sincero abbraccio...
EliminaBuongiorno e buona Pasqua a lei Cavaliere!
RispondiEliminaCurioso pensare al matrimonio come risoluzione di una vita monotona piuttosto che come l'incoronazione suprema del proprio amore.
...buongiorno a lei, carissima Principessa, condivido appieno le vostre parole, ma al nostro personaggio, dico nostro perché Ciaikovskji oggi appartiene a tutto il mondo, è difficile muovere un disappunto e metterlo sul piano di una vita fatta di rigidi schemi che hanno caratterizzato la sua esistenza, che non discostano poi tanti dai nostri quando parliamo di matrimonio. Credo e penso si debba analizzare piuttosto la natura intima di questo uomo, fatta di fragilità, insicurezza, tendente alla malinconia, alla solitudine, alla facile emozione, dotata di una estrema sensibilità da commuovere fino alle lacrime per un non nulla; a tutto questo, è d'obbligo aggiungere il lato più oscuro della sua personalità che lo ha perseguitato sempre, in un momento storico dove essere omosessuali non favoriva l'immagine di una integrità morale, e il nostro sensibilissimo Peter soffriva contro la sua volontà di questa tendenza innaturale; il suo matrimonio fu dettato anche dal salire delle malevoli lingue e incomprensioni del ceto medio borghese del suo tempo, che egli pensava di silenziare con un matrimonio privo di amore, ma col forte desiderio di poter realizzare con un'onesta fanciulla il sogno di una famiglia felice; Ed Antonina, l'onesta fanciulla che accetterà di diventarne la moglie, era perfettamente consapevole di unirsi a un uomo che ancora non l’amava e che non sarebbe mai riuscito ad amarla. Questa sua avversione verso il sesso femminile, impedirà poi alla passionale Nadjeshda di vivere quello che il destino le avrebbe dovuto, ma che non le concesse mai: l’incoronazione suprema del proprio amore; concludo affermando che i nostri illustri personaggi vissero una relazione di profondi sentimenti interiori irripetibili, dove Fato e Amore disegnarono una vittima sacrificale: Nadjeshda Filaretovna. …abbraccio affettuoso…
EliminaSergio, desejo parqa você uma excelente semana.
RispondiEliminaUm grande abraço!
...Lucien Olá, prazer em vê-lo e lê-lo; Espero que você goste horas tranquilas hoje, amanhã e no dia depois de amanhã; abraço sincero...
EliminaChe bello leggere l' epistolario che hai pubblicato, dove si trova per intero?
RispondiElimina...ciao Silvia, che nome poetico!...L'epistolario, sì è veramente bello e a volte tocca l'anima per sentire un grande amore non espresso nella sua totalità; trovai il libro una trentina di anni fa in un mercatino, ho un debole per i mercatini del libro usato; quando l'aprii capii subito del tesoro che avevo fra le mani, sapevo della relazione platonica di Ciaikovskji, ma trovarmi con tutte le lettere scritte da quelle due anime, fu un colpo al cuore e di fortuna; questo vecchio libro non si trova più, la casa editrice è scomparsa, così lo custodisco come una sacra reliquia; mi dispiace non poterle pubblicare tutte, mi vorrebbero dieci e più post; ma se ci tieni ti invio le più belle in fotocopia...sincero abbraccio..
Eliminache storia ...
Eliminanon so nulla di musica ma questa è proprio una bella storia e tu hai avuto la fortuna di incontrarla quasi per caso ...
grazie della gentile offerta, come rifiutare?
Adoro le epistole!
RispondiEliminaLettere di amore e passione sotto un velo di pudore.
Grazie per questi doni :)
..ciao cara Keiko, pure io amo le epistole, se poi sono di questa fattura, come non amarle?... grazie a te del tuo passaggio...sincero abbraccio..
EliminaGrazie infinite per questo post, sono rimasta incantata e rapita
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