Ludwig van Beethoven
ritratto di J.K.Stieler 1820
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Ludwig van Beethoven ritratto di C.T.Riedel 1801 |
…l’opera d’arte più
vicina alla perfezione è profondamente determinata dal suo tempo e
al contempo lo oltrepassa, giungendo all’atemporalità…
Max Raphael
Oggi 16 dicembre dell'anno 1770
a Bonn Maria Magdalena Leym
(nata Keverich il 12 nomenbre 1746-1787),a Bonn Maria Magdalena Leym
dava alla luce e al mondo intero, colui che avrebbe cambiato il modo di fare e
concepire la musica:
LUDWIG van BEETHOVEN
Ludwig Van Beethoven non ha bisogno di tante presentazioni. Anche per quelli che non amano la musica classica. Tutti sanno della grande figura che questo genio ha rappresentato per il periodo romantico. Tutti conoscono le sue opere più eseguite. Per i cultori del grande maestro invece, è superfluo dire quanto le sue composizioni abbiano fatto di lui il padre della musica espressivamente interiore, spirituale. Decifrabile a qualsiasi udito del cuore. L.v. Beethoven, un uomo prima che un artista. Nella sua vita di musicista non sono mancate presenze femminili, alcune delle quali hanno lasciato segni indelebili nei ricordi del maestro. Donne a volte già impegnate in altre relazioni, o addirittura legate dal vincolo matrimoniale. Fra queste una resta ancora avvolta nel fascino del mistero: 'l’Immortale Amata.' Una donna dall’anima che seppe conquistare il suo tenero cuore, quando invece fu incompreso dai suoi migliori amici per la completa sordità. Una donna che lo amò a tal punto da condizionare la mano del genio, la quale trascurò per un certo periodo la carta dei pentagrammi, sostituendo le note con parole struggenti, per manifestare ciò che il cuore gli dettava. Un cuore appassionato, bisognoso di amore colmo di musica sentimentale e sensuale, quello che soltanto una donna sa donare. E per questa misteriosa ‘Immortale Amata’ l’uomo Beethoven scrive una lettera che rivela di quanta passione fosse capace il suo cuore. Di quanto un vero sentimento possa rendere indissolubile tutto ciò che una vita può unire, ancor prima dei corpi. Di questa lettera ancora oggi se ne discute. Non si è certi se il maestro l’abbia fatta recapitare alla destinataria. Ma tutto fa propendere che l’abbia trattenuta per sé, per non ferire o mettere a pubblico ludibrio questa misteriosa donna.Di certo si sa che è stata ritrovata dopo la morte del musicista, a lato del documento riportato come il ‘Testamento di Heiligenstadt’.
Documento scritto nel 1802 ai suoi fratelli da Vienna, nel quale afferma di volersi suicidare accusando il destino e la sua crudeltà, per avergli tolto quello che più aveva diritto di possedere: l’udito. Ciononostante la privazione del senso, a distanza di poco tempo egli scrisse la ‘quinta sinfonia.’ Una composizione che resterà, per intensità interiore e forza espressiva, la più amata ed eseguita nel tempo. Per chiudere poi il suo tempo mortale con la 'nona sinfonia'. Dove finalmente trova collocazione l’ode del poeta F.Schiller: ‘An die freude’, che il maestro conservava da tempo nel cuore ancor prima che la sordità totale lo colpisse. Beethoven parla di amore eterno, di un sentimento che lega due anime. Dalle parole scritte scaturisce quanto intenso e profondo fosse l’amore che l’univa a questa donna. Ma di quale donna si tratta? Nessuno lo sa. Resta un mistero. Ancora oggi si brancola in ipotesi e congetture. La più considerata fra le possibili candidate resta l’aristocratica signora, Antoine Brentano. L’amore per questa figura femminile – immaginaria o reale? - definita ‘Immortale Amata’ ha condotto l’uomo Beethoven a scrivere di Lei. Sembra assurdo pensare che questa lettera, una dichiarazione d’amore degna di respirare oltre i confini della realtà, non sia mai stata spedita e letta dalla misteriosa destinataria.
Ma i fatti confermano l’assurdità: la lettera fu ritrovata chiusa dopo la sua morte in un cassetto della scrivania a lato del testamento di ‘Heiligenstadt.’
Probabilmente il musicista, privo di udito, ma non di profondi e delicati sentimenti, temendo di non riuscire a tener fede a quell’impegno e promessa d’amore, preferisce ferire la parte più intima del suo essere, chiudendo per sempre la lettera in un cassetto. Se quest’azione fu dettata dall’insicurezza verso un mondo che chiedeva soltanto certezze, e dove la sordità non lo avrebbe aiutato, di certo non fu sollecitata dall’incoscienza. Beethoven era cosciente di quell’amore assoluto, come altrettanto lo era da trattenere definitivamente quella dichiarazione per salvaguardare l’immagine della donna. Colei che ancora oggi viene ricordata come ‘L’immortale Amata’
Lettera all’Imortale Amata, redatta in tre riprese, è ritenuta la più bella confessione d’amore inespresso:
Teplitz, 1812
6 luglio di mattina
Eternamente mia
Eternamente nostri
Documento scritto nel 1802 ai suoi fratelli da Vienna, nel quale afferma di volersi suicidare accusando il destino e la sua crudeltà, per avergli tolto quello che più aveva diritto di possedere: l’udito. Ciononostante la privazione del senso, a distanza di poco tempo egli scrisse la ‘quinta sinfonia.’ Una composizione che resterà, per intensità interiore e forza espressiva, la più amata ed eseguita nel tempo. Per chiudere poi il suo tempo mortale con la 'nona sinfonia'. Dove finalmente trova collocazione l’ode del poeta F.Schiller: ‘An die freude’, che il maestro conservava da tempo nel cuore ancor prima che la sordità totale lo colpisse. Beethoven parla di amore eterno, di un sentimento che lega due anime. Dalle parole scritte scaturisce quanto intenso e profondo fosse l’amore che l’univa a questa donna. Ma di quale donna si tratta? Nessuno lo sa. Resta un mistero. Ancora oggi si brancola in ipotesi e congetture. La più considerata fra le possibili candidate resta l’aristocratica signora, Antoine Brentano. L’amore per questa figura femminile – immaginaria o reale? - definita ‘Immortale Amata’ ha condotto l’uomo Beethoven a scrivere di Lei. Sembra assurdo pensare che questa lettera, una dichiarazione d’amore degna di respirare oltre i confini della realtà, non sia mai stata spedita e letta dalla misteriosa destinataria.
Ma i fatti confermano l’assurdità: la lettera fu ritrovata chiusa dopo la sua morte in un cassetto della scrivania a lato del testamento di ‘Heiligenstadt.’
Probabilmente il musicista, privo di udito, ma non di profondi e delicati sentimenti, temendo di non riuscire a tener fede a quell’impegno e promessa d’amore, preferisce ferire la parte più intima del suo essere, chiudendo per sempre la lettera in un cassetto. Se quest’azione fu dettata dall’insicurezza verso un mondo che chiedeva soltanto certezze, e dove la sordità non lo avrebbe aiutato, di certo non fu sollecitata dall’incoscienza. Beethoven era cosciente di quell’amore assoluto, come altrettanto lo era da trattenere definitivamente quella dichiarazione per salvaguardare l’immagine della donna. Colei che ancora oggi viene ricordata come ‘L’immortale Amata’
Lettera all’Imortale Amata, redatta in tre riprese, è ritenuta la più bella confessione d’amore inespresso:
Teplitz, 1812
6 luglio di mattina
-Mio angelo, mio tutto, mio me stesso.
– oggi solo qualche parola a ma-tita (con la tua matita) – la
camera me la potranno fissare soltanto domani, quanto tempo sprecato
per simili inezie – perché questo dolore profondo, dal momento che
è necessario – Può il nostro amore esistere altrimenti, se non
le-gato ai sacrifici e alla rinuncia a pretendere tutto, che si può
fare, se non sei interamente mia; se non sono interamente tuo – O
Dio guarda quanto è bel-la la natura e non ti turbare per ciò che
deve essere – l’amore esige tutto e con piena ragione, così e di
me con te e di te con me – dimentichi così facilmente che debba
vivere per me e per te, fossimo interamente riuniti né tu né io
pro-veremmo questo dolore – il mio viaggio è stato tremendo, sono
arrivato qui ieri alle quattro di mattina, mancavano i cavalli così
la posta ha dovuto cambiare iti-nerario, ma che orribile strada,
all’ultima stazione mi avevano sconsigliato di viaggiare di notte,
di guardarmi dall’attraversare un certo bosco, ma ciò che mi
ave-va invece stuzzicato – e ho avuto torto, con tutti quei
sobbalzi su un fondo appena sterrato, la carrozza avrebbe potuto non
farcela e con due postiglioni me-no abili dei miei, sarei rimasto
bloccato a metà strada – a Esterhazi non è andata meglio sulla
strada normale, coi suoi otto cavalli contro i miei quattro – Anzi,
io mi sono persino divertito come mi accade sempre in caso di
scam-pato pericolo – ma non torniamo in fretta dalle cose esterne a
quelle interne, ci ri-vedremo presto, anche oggi non posso
comunicarti le osservazioni che ho fat-to in questi ultimi giorni a
proposito della mia vita – se i nostri cuori fossero sempre vicini
l’uno all’altro, non mi sarebbero certo venute in mente, ho il
cuore che scoppia di cose da dirti – Ah – ogni tanto penso che le
parole non siano in grado di esprimere nulla – sii serena, continua
ad essere il mio fedele, unico tesoro, il mio tutto, come io lo sono
per te; il resto, quello che ci potrà e ci dovrà accadere, saranno
gli dei a deciderlo.-
Il tuo fedele Ludwig
Il tuo fedele Ludwig
Lunedì 6 luglio sera
Tu soffri, tu, l’essere a me più
caro – in questo momento m’informano che le lettere devono
essere consegnate molto presto al mattino. Lunedì – gio-vedì gli
unici due giorni in cui la posta parte di qui per K. (Karlsbad,
stazione termale. Aggiunta personale) - tu soffri – Ah, dove sono
io, ci sei anche tu con me, parlo con me e con te, faccio come se
potessi vivere con te, che vita!!! Senza di te – perseguitato qua e
là dal-la bontà degli uomini che credo – così poco di voler
meritare e che merito co-sì poco – L’umiltà dell’uomo verso
l’uomo – mi fa male – e se mi considero nel quadro
dell’universo, che cosa sono e che cosa è colui – che chiamiamo
il più grande – e tuttavia – anche qui c’è il divino
dell’uomo – mi viene da pian-gere al pensiero che tu riceverai le
mie notizie probabilmente non prima di sa-bato -. Per quanto tu mi
possa amare – il mio amore per te è ancora più forte. – e mai
starmi nascosta – buona notte – come frequentatore dei bagni devo
andare a dormire – O Dio – così vicini! Così lontani! Non è
forse un vero edificio celeste il nostro amore – ma anche solido
co-me la volta del cielo. –
Buon giorno 7 luglio
a letto i miei pensieri sono già
rivolti a te, mia amata immortale, ora lieti, ora di nuovo tristi,
nell’attesa che il destino esaudisca i nostri desideri – posso
vivere soltanto unito strettamente a te, non altrimenti, sì, ho
deciso di errare lontano finché non potrò volare nelle tue braccia
e sentirmi perfettamente a ca-sa accanto a te e lasciando che la mia
anima, circondata dal tuo essere, entri nel regno degli spiriti –
purtroppo così deve essere – ti rassegnerai, tanto più
co-noscendo la mia fedeltà verso di te, nessuna altra donna potrà
mai possedere il mio cuore, mai – mai – O Dio perché doversi
allontanare dall’oggetto di tan-to amore, la mia vita a V. è ora
miserevole – il tuo amore ha fatto di me il più felice e nello
stesso tempo il più infelice degli uomini – alla mia età avrei
bisogno di vivere in modo uniforme senza scosse – ma è ciò
possibile nella no-stra situazione? – Angelo mio, mi dicono ora che
la posta funziona tutti i gior-ni – quindi chiudo affinché tu
possa ricevere la lettera al più presto – sii calma, solo
contemplando con serenità la nostra esistenza potremo raggiungere il
no-stro scopo di vivere insieme – sii calma – amami – oggi –
ieri – Quanta nostal-gia, quanto rimpianto di te – di te – di
te – mia vita – mio tutto – addio – ti prego continua ad
amarmi – non smentire mai il cuore fedelissimo del tuo amato
L.
Eternamente tuoL.
Eternamente mia
Eternamente nostri
Questa lettera è stata scrupolosamente
tradotta dal facsimile pubblicato dalla Beethoven-Haus nel 1986.
I trattini, che suppongono una ‘pausa’,
tipici dello scrivere Beethoveniano, sono riportati tutti, come da
originale. Essi dimostrano quanto lo spirito del genio fosse di
natura passionale e sempre in agitazione. Queste ‘pause’, se
viste come gocce sospese nell’aria, altrettanto si possono sentire
come ‘sospiri’ trattenuti nel cuore.
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...il video musicale, che consiglio di
ascoltare, contiene il secondo movimento del concerto per
pianoforte e orchestra: 'Emperor' nr 5 in Mib maggiore op.73
E' stato l'ultimo concerto per
pianoforte scritto dal maestro tra il 1809 e il 1811 poi
dedicato all'Arciduca Rodolfo suo protettore.
E proprio in questo periodo il cuore di
Beethoven palpita d'amore per la sua 'Immortale Amata.' Ascoltando
il suono delicato e appassionato di questo brano, con
l'introduzione degli archi che fanno pensare al maestro trasceso,
assorto su ciò che deve scrivere alla sua amata, s'intuisce quanto
ogni nota del piano sia intrisa di un sentimento tenero che via via
si agita sognando desideri incompiuti...
a queste incantevoli note,
io lascio questi pochi versi,
certo che dall’alto del suo silenzio, il genio che ha commosso il mondo
li canterà col cuore, perdonandomi con una lacrima e un sorriso:
certo che dall’alto del suo silenzio, il genio che ha commosso il mondo
li canterà col cuore, perdonandomi con una lacrima e un sorriso:
Mio angelo mio tutto
Ti prego taci e ascolta
Mira a lungo il cielo
Questa notte
Lassù ho scritto
Le nostre note
Fra luna e stelle
Come eterni amanti
Sì amanti un tempo
Paradiso e inferno
Generò per noi
Inesorabile sorte
Pochi giorni
Poche ore
Pochi istanti
Brevi infiniti
Lo stesso tempo
E il nulla è tutto
Che altro mondo non avrà
E non avran le stelle
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My angel, my all
Please shut up and listen
looks long at the sky
tonight
I wrote up there
Our notes
Between the moon and stars
As eternal lovers
Yes lovers a time
Heaven and Hell
Begot for us
inexorable fate
A few days
A few hours
A few moments
short endless
The same time
And nothing is everything
What else world will not
have
And will not have the
stars
©Sergio Dellestelle
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Ludwig
van Beethoven muore a Vienna il
26 marzo del 1827.
PS. Chi volesse leggere il sunto biografico che ho scritto su Beethoven, lo trova postato su: 'L'universo Dell'Arte' In google+