sabato 8 febbraio 2014

Amadeus (parte seconda)

 Per visualizzare la prima parte cliccare qui
...ne rimasi enormemente sorpreso! Mai altra musica mi aveva fatto altrettanto impressione. È una musica magnifica! Pare quasi incredibile che in una testa così piccola possa celarsi una cosa tanto grande...
              Carlo Teodoro, principe elettore a proposito dell’Idomeneo di Mozart.

..il suo genio immenso lo innalzò al di sopra di tutti i maestri di tutte le arti e di tutti i secoli... 
Richard Wagner

...o tu, luminoso maestro, limpido come il cristallo, eppure eternamente imperscrutabile!...
L.v Beethoven

...ho sempre avuto una certa fiducia nell’opera, e sperato che da essa possa svilupparsi una forma d’arte più nobile, come delle antiche feste bacchiche la tragedia. Nell’opera, infatti, si abbandona veramente la servile imitazione della natura; e per questa via, se pur soltanto sotto il nome di “indulgenza”, dovrebbe potersi insinuare nel teatro “l’Ideale”. Grazie alla potenza della musica e degli stimoli sensoriali del suono, l’opera predispone assai meglio lo spirito alla ricettività. Anche al phatos è consentita una più libera estrinsecazione perché c’è la musica che lo accompagna. E il “meraviglioso”, che qui è tollerato, dovrebbe necessariamente rendere più indifferenti all’argomrento...
Schiller a Goethe, Jena 29 dicembre 1797

...le speranze da Voi riposte nell’opera avreste potuto recentemente vederle realizzate in alto grado nel Don Giovanni. Ma purtroppo anche questo rimane un caso isolato; e con la morte di Mozart sono sfumate tutte le speranze che mai più si ripeta qualcosa di simile...

Goethe a Schiller, Weimar, 30 dicembre 1797



...giunto a Parigi, ritrova J.C.Bach (figlio del grande Johann Sebastian) conosciuto durante il soggiorno a Londra. Tiene rapporti poco proficui col barone F.M. Grimm, letterato e grande sostenitore della musica operistica italiana. Questi condivide inizialmente con il giovane Wolfang ottimi rapporti, proteggendolo e consigliandolo verso la borghesia parigina ed aiutandolo anche in situazioni di sconforto come ad esempio durante la malattia, seguita dalla precoce morte della madre (16-VII-1778). Ma Mozart è una presenza troppo scomoda e non solo dal punto di vista artistico, tanto da indurre lo stesso barone a sollecitare il compositore a lasciare Parigi alla volta di Strasburgo finanziandogli parzialmente le spese. Affranto, desolato e solo, Mozart parte alla volta di Mannheim con l’intento di rivedere i Weber, ma l’amata Aloysia, - che non lo corrisponde -  si trova a Monaco dove ha ottenuto un ottimo contratto come cantante. Con infinita tristezza non gli resta che rientrare a Salisburgo, ove gli viene concesso dall’arcivescovo un posto come organista. In questo periodo produce molta musica da camera, sacra e sinfonica, senza ottenere entusiastici consensi. La grande occasione si presenta alla fine del 1800 con la rappresentazione dell’Idomeneo a Monaco, eseguito da comparse e cantanti di primo ordine. Il successo lo induce a recarsi a Vienna con l’intento di vivere da artista indipendente, ma il suo comportamento ribelle indispettisce a tal punto l’arcivescovo e alcuni funzionari di corte che il figlio del ciambellano Karl Arco, invece di accogliere le dimissioni del compositore, lo prende addirittura a calci.
A Vienna, nel 1782 trova ancora i Weber e, nonostante il parere contrario del padre Leopold, sposa a sorpresa la sorella di Aloysia, la civettuola e leggera Kostance, alla quale si legherà di profondo affetto sentimentale. Il nuovo contesto famigliare lo costringe a un lavoro più intenso. Si mette quindi in contatto con C.W. Gluck (Erasbach-2-7-1714;Vienna, 15-11-1787) noto compositore riconosciuto soprattutto come operista e principale iniziatore del cosiddetto periodo storico musicale che va sotto il nome di Classicismo viennese. Attraverso nuove e radicali opere come Orfeo ed Euridice (1762) ed Alceste (1767) dà nuovo slancio all'opera seria da tempo in declino, semplificandone la trama e cercando un sostanziale equilibrio tra musica e canto.
Le sue riforme in ambito operistico ebbero grande fortuna influenzando notevolmente molti compositori tra i quali: Mozart, Salieri, Cherubini, Berlioz e Wagner.
Oltre al noto e stimato Gluck, Mozart collabora con il suo prediletto maestro Haydn, con il librettista Da Ponte e con il mediocre teatrante di periferia E.Schikaneder; organizza accademie a sue spese, sempre davanti a un pubblico della buona borghesia viennese; fa stampare parecchi lavori, impartisce lezioni di pianoforte e composizione e ottiene un enorme successo con l’opera Il Ratto del Serraglio (luglio 1782). I proventi tuttavia non sono sufficienti a fronteggiare una situazione economica troppo incerta. Le mani del genio non sono sempre oculate nella gestione del denaro, anzi, tutt’altro. Il carattere e il temperamento sono piuttosto inclini alle frivolezze, al divertimento, allo scherzo, al vivere fuori dagli schemi. E quando le tasche glielo permettono si lascia andare al suo vero modo di essere. Ma le tasche spesso restano sempre vuote. Pure i diritti d’autore delle opere teatrali sono modesti, dal momento che egli viene retribuito soltanto per la composizione. Tutto ciò però cambia quando si trova difronte ai pentagrammi musicali da riempire. In questi momenti realtà e dimensione prendono una vita che soltanto lui conosce, la sola compagnia possibile diventa la sua musa ispiratrice e il genio musicale fiorisce come per magia. Nessun rumore, nessuna interferenza esterna, nessun stridulo suono penetrano la sua mente. Soltanto melodie e armonie prendono forma nella massima perfezione al suo udito interiore.
Nel 1786 scrive quello che politicamente non è ben accettato a Vienna, Le Nozze di Figaro, e l’anno successivo Il Don Giovanni, che riscuotono un enorme successo a Praga. In questo periodo di fertilità compositiva, gli editori acquistano le partiture a prezzi irrisori e Wolfgang contrae debiti su debiti, specialmente con i compagni di loggia massonica, quali il generoso Puchberg e Hofdemel.
Nel 1787 gli muore il padre e nello stesso anno ottiene dall’imperatore la nomina a compositore di corte, sostituendo lo stimato Gluck, con la retribuzione di 800 fiorini l’anno, meno della metà di quello che percepiva il suo predecessore, ma comunque senza obblighi precisi. Nel 1890 riceve l’incarico di scrivere Così fan tutte. Frattanto muore l’imperatore Giuseppe II, al quale succede Leopoldo II, e Mozart che ha scritto per la cerimonia dell’incoronazione a Praga La Clemenza di Tito (settembre 1791), spera di poter essere nominato secondo maestro di cappella a corte (il primo è ancora il maestro Salieri), ma il nuovo monarca è indifferente alla musica e sua moglie Maria Giuseppa di Baviera, giudica l’opera “una porcheria tedesca”; inoltre a corte circolano gravi accuse sulla condotta morale e sulla cattiva amministrazione domestica dell’aspirante maestro di cappella. Con queste prospettive poco edificanti, Mozart accetta dopo lunga insistenza da parte di Schikaneder di comporre Il Flauto Magico (settembre 1791) e una parte del Requiem rimasto incompiuto e terminato dal suo primo allievo nonché amico F.Süsmayr, dietro i vari consigli del genio.
Alla sua morte non lascia che 200 fiorini in contanti, pochissimi mobili di scarso prezzo, qualche strumento musicale e una biblioteca valutata appena una ventina di fiorini.
Sepolto in fretta la sua salma viene dispersa in una fossa comune. Lascia due figli (altri quattro muoiono in tenera età): Karl Thomas (1784-1858), buon pianista ma non musicista di professione e Franz Xaver Wolfgang (1791-1844), direttore d’orchestra, compositore e pianista.
Dopo questi cenni biografici che riguardano una delle maggiori personalità della storia umana, risulta chiaramente il contrasto di un’esistenza divisa fra uno splendido esordio – cui si aggiungono altri momenti di successo – e una tragica conclusione, dominata dal vuoto interiore e dal freddo della solitudine, come ebbe a scrivere alla moglie pochi mesi prima della morte. E se la parte felice e luminosa di questa vita può essere simboleggiata dall’immagine di un bimbo paffuto, coccolato dalle dame e snellito da una sfavillante rendigote, i periodi più dolorosi sono drammaticamente riassunti dagli ultimi ritratti, dove si riconosce un uomo maturato troppo in fretta, e da una illustrazione in bianco e nero tramandata fino a noi, dove nei termini più squallidi viene raffigurato il funerale del maestro, in un’alba grigia e piovosa, accompagnato soltanto da un cane randagio.
In un significato più esteso e profondo, questa duplice rappresentazione del destino di Mozart, può riferirsi anche al suo messaggio artistico che nasconde, sotto la distinzione di un equilibrio formale, un’immensa tensione individuale pagata in silenzio al servizio di una maggiore fratellanza umana ed espressa con numerose testimonianze di una sottile, acutissima critica di costume. Al rispetto delle convenzioni e tradizioni aristocratiche, religiose quanto galanti, corrispondono in lui una responsabilità e un dinamismo interiore da farlo considerare da alcuni, quale anticipatore consapevole di fermenti preromantici, mentre per altri egli resta ineguagliabile conclusione di un secolo raffinato e intelligente, riguardoso delle regole e dei canoni. Accettando ambedue le tesi, Mozart deriva proprio da un costante confronto con i vari clichés musicali e morali del suo tempo, quella serena, tenerissima, infrangibile bellezza, che in modo tanto enigmatico si accompagna al febbrile, malizioso correttivo di una vibrazione definita ‘demoniaca’. Grazie all’impiego armonioso di esse, il genio austriaco – vero monstrum tutto musica – supera ogni difficoltà compositiva, attraverso una produzione vastissima, scaturita sotto la pressione del bisogno, delle richieste e anche per stimolo improvviso di vocazioni interiori. Oggi si afferma che egli agì con la rapidità di un uomo dei tempi nuovi eppure, si direbbe eternamente fanciullo, astratto da ogni implicazione culturale che non fosse la voce del suono, totalmente estroverso e allo stesso modo capace di stupefacenti esplorazioni nei diversi strati della psicologia e del pensiero. Conoscitore impareggiabile dell’animo umano, beffardo indagatore dei vizi, nostalgico del bel mondo, facile a passare dal più intenso dolore alla maggiore gioia, devoto cantore degli affetti e dei simboli religiosi, sia cattolici che massonici. Mozart mantiene tuttora, come individualità, una statura affascinante, al vertice della considerazione moderna. Come musicista sintetizzò ogni scoperta precedente, portando a maturo sviluppo tutti i generi musicali e lasciando dietro di sé pochi riscontri, in un compiuto intreccio di sensibilità non solo nordica e latina, ma universale. Mozart Wolfgang Amadeus, è stato il più prolifico compositore di tutti i tempi della storia musicale, pur considerando la sua breve esistenza, tanto che per ordinare il suo patrimonio lasciatoci, si rese necessaria, nel 1862, la pubblicazione di un catalogo – poi aggiornato e riveduto – che prese il nome del suo compilatore, L.von Köckel, contrassegnando le varie composizioni con la caratteristica ‘K’ seguita da un numero. Non cito tutte le opere catalogate per motivi di spazio, lascio a voi immaginare la quantità. Inoltre mi scuso con gli appassionati per la breve sintesi sulla vita del genio da me riportata, ma le tante biografie e notizie presenti oggi riguardanti Mozart, a volte anche discordanti su varie argomentazioni, hanno reso alquanto difficile questo lavoro, che certamente non rende giustizia a un uomo irripetibile per grandezza e genialità.

 
...La regina della notte, (der Hölle Rache Kocten in meinem Herzen) dal Flauto Magico; l'opera teatrale rappresentata pochi mesi prima del decesso del Genio alla periferia di Salisburgo sotto la direzione di E. Schikaneder, ottenne un grande successo prima a livello popolare poi presso i cosiddetti benpensanti della borghesia. Il vocalizzo scritto per la Regina della notte destò grande sorpresa ed effetto agli esperti di musica per la durata vocale e per la difficoltà di esecuzione: un canto che si dispiega s'una estensione di note ascendenti e discendenti mai azzardate prima, e neppure dopo, fino ai nostri giorni...

                                                                                                                                          ©Sergio Dellestelle

5 commenti:

  1. Felicitaciones Sergio por tu post sobre este músico,
    la música es el lenguaje universal por excelencia
    en ella todos los pensamientos y emociones convergen y se identifican fácil.

    Las citas de otros famosos músicos e intelectuales de su época avalan la creatividad y originalidad como hoy ocurre con otros músicos o artistas de otras especialidades, el ser reconocido por sus pares es algo que sienta un lugar en la historia a ese personaje.

    mil gracias por todas tus huellas en mi blog
    eres muy amable
    ten un comienzo de semana precioso
    abrazos

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  2. ogni tanto un poco di storia fa bene, soprattutto se la storia riguarda la genialità, la profondità e la rarità di una persona come lui.
    Grazie!

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  3. Un sincero grazie per avermi deliziato con questa tua seconda parte dedicata ad un genio davvero eccelso..la sua musica..la sua maestria, credo non abbiano avuto eguali...abbraccio, Stefania

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  4. Vengo con un po' di ritardo, l'avevo giá letta questa seconda parte, ma commentare in italiano mi richiede di una certa concentrazione che non ho avuto in questi giorni.
    Mi piace molto come scrivi, Sergio, le parole che scegli e soprattutto le riflessioni che fai su questo genio della musica con una vita, in tanti sensi, sfortunata.
    L'aria che Lemercier canta con tanto sentimento è straordinaria.
    Un forte abbraccio.

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    1. ...un sincero grazie a tutte voi, e ai vostri graditi commenti...al prossimo post...

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